Lo SpineMED rappresenta la più avanzata tecnologia disponibile per il trattamento non chirurgico di protrusioni, ernia del disco e degenerazione discale, sia lombare che cervicale, sindrome delle faccette articolari, alcune forme di stenosi spinale lombare e alcune complicanze o esiti problematici di interventi chirurgici.
La terapia di decompressione discale è stata sviluppata in Canada nel 1988, e si è diffusa in tutto il Nord America negli anni successivi. Era destinata esclusivamente al trattamento delle discopatie lombari. Nel corso degli anni le apparecchiature dedicate a tale metodica si sono evolute, e lo SpineMED ne rappresenta oggi la forma tecnologicamente più avanzata, in grado di trattare anche le discopatie cervicali.
È necessario chiarire che non si tratta assolutamente di una forma di trazione vertebrale. Queste ultime infatti agiscono stirando un tratto di colonna vertebrale, ma di fatto non riducono minimamente la pressione intradiscale. In uno studio pubblicato sul Journal of Neurosurgery del 1994, alcuni neurochirurghi hanno misurato la prssione intradiscale durante le varie forme di trazione vertebrale e durante decompressione discale, documentando come la pressione non cambi significativamente o addirittura aumenti durante la trazione tradizionale, mentre la decompressione discale riduce la pressione intradiscale fino a portarla a valori negativi, cioè sotto lo zero. Ciò facilita enormemente l’afflusso di fluidi e nutrienti all’interno del disco, riattivando il metabolismo discale.
Lo SpineMED utilizza appunto questo principio – clinicamente provato – della riduzione della pressione sulle strutture vitali della colonna vertebrale e dei nervi spinali, mediante riduzione della pressione interna del disco.
Il controllo e la inibizione della contrattura muscolare riflessa avviene per saturazione dei recettori di stiramento. Gli studi clinici effettuati mediante MRI pre e post trattamento con SpineMED hanno documentato come le erniazioni discali si siano ridotte fino al 90%, in rapporto al numero di terapie effettuate.
È stata inoltre documentata la saldatura delle fessurazioni anulari. I ricercatori hanno inoltre osservato un incremento dell’acqua contenuta nel disco, compatibile con la reidratazione del nucleo.